Piero Di Biase è un graphic e type designer. Si è formato nel settore delle arti grafiche e poi è diventato graphic designer. Dopo aver collaborato con diversi studi, nel 2011 ha co-fondato Think Work Observe, dove ha lavorato per clienti nazionali e internazionali fino al 2022, anno in cui ha lanciato il nuovo progetto Formula Type, fonderia digitale indipendente che produce e distribuisce caratteri retail e custom. Dal 2017 è membro dell'Alliance Graphique Internationale (AGI), l’associazione internazionale che riunisce i migliori graphic designer. Parallelamente alla sua professione, porta avanti una ricerca artistica personale che parte dalla sua attitudine al design tipografico e si interroga sul rapporto tra lettere, forme e significato.

Qual è la tua opinione sulla maggiore valorizzazione e attenzione del type design negli ultimi anni?

Credo che chi lavora nel campo della comunicazione abbia sempre dato valore e attenzione alla tipografia. Parlerei piuttosto di maggiore accessibilità o visibilità, che di conseguenza hanno creato curiosità e un dibattito più ampio sul tema.

FT Regola in Shoplifters 10: New Type Design Volume 2, 2022

Quali sono state le motivazioni principali dietro la tua decisione di lasciare il tuo precedente studio (Think Work Observe, ora Multi-Form ndr) per concentrarti interamente sulla tua type foundry, Formula Type?

Una foundry richiede molto lavoro e a un certo punto ho sentito la necessità di dedicargli più tempo. Volevo renderla un’esperienza più complessa, professionale, concentrami di più su tutto il processo creativo.

Considerando che in passato il tipografo era visto come un artigiano e oggi lo stesso ruolo si può dire che, in qualche modo, sia ricoperto dal type designer, come ti identifichi nel ruolo dell'artigiano in un contesto sempre più dominato dalla digitalizzazione e dall'aspetto aziendale?

Non vorrei cadere nel tranello della nostalgia. L’antagonismo analogico vs digitale non è un tema che mi interessa, e la creazione di qualcosa è sempre qualcosa di artigianale, che sia fatto a mano o digitalmente. Gli aspetti da gestire poi si intersecano, la promozione, le collaborazioni, il disegno, la gestione generale del progetto, sono tutte cose che compongono il lavoro quotidiano.

FT Supplement, 2022

Uno dei cambiamenti significativi causati dal COVID-19 è la fluidità nel concetto di studi o agenzie. Con la tua collaborazione con type designer da tutto il mondo, come descriveresti la tua attuale percezione del tuo studio, della tua bottega o della tua fonderia?

Mi sono sempre posto la domanda di quale spazio fisico necessitassi per lavorare. Già in passato ho sperimentato la casa-studio ed il lavoro da remoto. Ovviamente dopo il covid, questa tematica è diventata oggetto di forti riflessioni. Riconoscendo che la dinamicità del lavoro da remoto permetta una certa indipendenza, sono però anche affascinato dallo studio ⁄ laboratorio come luogo dove lavorare e sperimentare quotidianamente.

Ritenendo che il type design sia ancora una disciplina in ritardo in Italia rispetto ad altri paesi europei, quali azioni pensi si possano intraprendere per colmare questo divario e stare al passo con gli altri?

In Italia stanno nascendo realtà molto interessanti, sia a livello scolastico sia professionale. Quello che forse manca, e che ho sperimentato anche come graphic designer, è una certa difficoltà a confrontarsi e condividere (critico anche me stesso ovviamente). Sarebbe interessante provare a costruire un “movimento” più compatto che dialoga e si confronta maggiormente.

Campus (Bespoke Typeface), 2022

Come vedi il mondo dell’istruzione nell’ambito del design in Italia?

Mi sembra che nell’ultimo decennio l’offerta sia migliorata, sia in termini qualitativi che quantitativi.

Come vedi il ruolo del giovane grafico in Italia?

Vedo il ruolo di un giovane grafico andare di pari passo con lo sviluppo del settore e le richieste che continuamente evolvono, quindi come un ruolo in continua evoluzione, che deve necessariamente confrontarsi con le tecnologie e gli strumenti a disposizione.

FT Together (AGI Congress), 2022

Che consiglio daresti al giovane grafico che si approccia al mondo del lavoro oggi in Italia?

Considero i consigli qualcosa di molto personale e specifico. In generale, direi di darsi piccoli obiettivi e riesaminare le proprie ambizioni di volta in volta.

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